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“lacrime velate da una luna
lontana
guardo in alto per ingannare
le ombre.
impasto il cielo con i rami e
ne faccio del rosso
da stendere lungo le sagome di
queste ore al rovescio
(antitesi alla vanezza di
queste frasi)
accanto ogni promessa metti
tagliole”
“sono
fatto così, non mi pongo mai in disuso
io non
so guardare la luna e ingannare le ombre
ma
accavallo le gambe dopo l’amore
- il
cielo lo aggancio al tuo ventre in modo provvisorio –
non
posso morire di nuovo assistendo a un addio
(non
so scrivere - come fai tu - su una mescolanza)”
“hai mai lambito con un solo
dito il ramo più in alto
senza imbrogliare il mio
venire lungo questi argini?
tu porgi dei ganci per
impiccarmi a questo letto
e inzuppi le ore dei rimpianti nel tuo torace,
ma – potrai mai – ricolorare quel
cielo di rosso
per farmi guardare in alto? Le
ombre mi fanno paura.”
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