lunedì 27 gennaio 2014

(mi hanno detto che a volte ho una piega nel labbro)



Era freddo. Il respiro si condensava
incidendo nell'aria un vuoto a perdere.
Prese della carta carbone e ricalcò
nell'orizzonte i profili di cui gli occhi
(non sono capaci).

C'erano labbra aperte solo un poco.
Il dire scivolava in un sussurro.
La tramontana aveva fatto chiudere i giubbotti,
(ma non i sospiri).
Le labbra restarono ferme a far intendere la vita.

(mi hanno detto che a volte ho una piega nel labbro)
nello specchio non la trovo - intanto che mi racconto
.

Pareti a spalmarmi addosso la quiete di un libro.

Era ancora inverno. Pioveva su quell'onda che tralasciavo
(ti parlai di un connubio)...
non ci si scosta mai da una parola che s'aspetta.
Verrà la primavera - di certo
ma l'onda tralasciata non potrà dare una risposta.

Ho posto lo sguardo un po’ più in là.
So che c’è sempre un altrove dove posarsi.


martedì 21 gennaio 2014

un pettirosso


mai nessuno mi è caduto così dentro
da farmi vociare di ogni fine del mondo
- ti ricordi? – ti ponesti al di là di te stesso
riponendo in quell’inchino un forse.
e posi dietro di me ogni raggiungere
senza strappare dalla vita il mio fulcro

(qualcuno ha avvistato un pettirosso)

farà freddo uno di questi sabati!
sarà festa mentre il mandorlo tarderà
a far scivolare i fiori lungo la propria pelle.
chissà se avremo mai notizia di quei due
s’amarono prendendo aria da un inizio?
un petalo cade ancora, lieve.

© federica sabbatini, 21 gennaio 2014

giovedì 16 gennaio 2014

non era ancora estate che già udivo sudare un amore


il tramonto ha steso i colori mentre m'ascoltava.
non era ancora estate che già udivo sudare un amore
e avvertivo scolare inutili risposte dalle grondaie nei giorni di pioggia.
qua e là qualche persona a ricordarmi di non esser sola;
qua e là qualche ricordo a farmi ritrovare gravida di dire.

poesia! ti ho letto così tante volte ad alta voce da farmi creder pazza
e mentre ti urlavo nel silenzio di queste vie tu m’inondavi fino
a far smarrire il pianto d’ogni cane randagio nel far giorno
e mentre Il respiro della tramontana entrava nella pelle
ogni brivido s'impiccava inebriato nell'attesa di un verso.

si resta sospesi sempre un po' quando ci s’accorge
che tutto è solamente finzione.  Il sole si rimette alla vita
(il cielo: il suo sudario). Ogni pena s’aggrappa allo scirocco
che calmo rientra a riportare il calore disperso delle grida
io m’accascio al tuo fianco sfinita di te che m’hai avuto senza pretendermi.

© federica sabbatini, 13 gennaio 2014

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