e vorrei dirti
– sto pensando a te
nel modo più intimo di una donna –
con la pelle
attorcigliata nell’istante di un sospiro
e le labbra aperte,
solo un po’, a non soffocare
la visione di un
caldo e freddo aspettare che tu sia qui
e non ho vergogna
- l’infondato risiede
entro chi non trasuda il vivere –
quel cancello l’ho
scavalcato in pieno giorno
e al di là solo vita piena, partenze e ritorni e
bisogno di dire
oltrepassato non si
torna indietro e non lo si vuole.
c’è una radio che cinguetta
- è quella
dell’infanzia e del profumo di ginocchia macchiate d’erba –
musiche a ricordarmi
l’importanza dei miei seni
e che non c’è il di
dentro senza un di fuori
un intimo finire e
chiudere i miei occhi per agognare i tuoi.
©
federica sabbatini
brava!!! a ben rileggerti. merci :)
RispondiElimina:)
EliminaMi piacciono soprattutto le ultime due strofe, l'ultima poi è proprio ficcante, intensa.
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