martedì 3 marzo 2015

Se sono qui è per respirare un’ultima volta.

[…]

“Se sono qui è per respirare un’ultima volta.”

“Che vuoi dire?”

“A volte arriva il momento di tirarsi indietro. Quando capisci che un frattempo era solo un pretesto per credere che i ciliegi potessero fiorire solo in quel giardino. Accordare ogni raggio di sole non prepara all’inverno. Nulla era diverso se non per trafugare una possibilità da questi anni. Era la verità che non confessavi nemmeno a te stesso a frantumare i giorni, quelli che ora avranno una differente accezione. Nulla era differente, nemmeno la rabbia, nemmeno il disgelo. Il tempo non conosce risposte e chiedere un parere a se stesso è come imbrogliare il proprio cuore. Ci sono fatiche che dobbiamo al vivere e fatiche che ci arrechiamo per il poco coraggio. Ritrovarsi a implorare ciò che la naturalezza imponeva e origliare le bugie indotte dalla paura. Eppure il mare lo abbiamo visto in tutte le sue sfumature e abbiamo steso addosso a lui i nostri vagheggi. E ora trovare un senso, no, non posso permettermelo, perché l’unica cosa che mi verrebbe da fare è affermare che tutto ciò lo vedevo, ma per crederti stendevo il buio sulla tela del divenire. Sono andata oltre me stessa, ora mi merito un altrove dove posarmi, scorporare questo snervamento e unirmi ai ciliegi.”

[…]

© f.sabbatini, 03 marzo 2015 




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