[…]
“Se
sono qui è per respirare un’ultima volta.”
“Che
vuoi dire?”
“A
volte arriva il momento di tirarsi indietro. Quando capisci che un frattempo
era solo un pretesto per credere che i ciliegi potessero fiorire solo in quel
giardino. Accordare ogni raggio di sole non prepara all’inverno. Nulla era
diverso se non per trafugare una possibilità da questi anni. Era la verità che
non confessavi nemmeno a te stesso a frantumare i giorni, quelli che ora
avranno una differente accezione. Nulla era differente, nemmeno la rabbia,
nemmeno il disgelo. Il tempo non conosce risposte e chiedere un parere a se
stesso è come imbrogliare il proprio cuore. Ci sono fatiche che dobbiamo al
vivere e fatiche che ci arrechiamo per il poco coraggio. Ritrovarsi a implorare
ciò che la naturalezza imponeva e origliare le bugie indotte dalla paura. Eppure
il mare lo abbiamo visto in tutte le sue sfumature e abbiamo steso addosso a
lui i nostri vagheggi. E ora trovare un senso, no, non posso permettermelo,
perché l’unica cosa che mi verrebbe da fare è affermare che tutto ciò lo
vedevo, ma per crederti stendevo il buio sulla tela del divenire. Sono andata
oltre me stessa, ora mi merito un altrove dove posarmi, scorporare questo
snervamento e unirmi ai ciliegi.”
[…]
©
f.sabbatini, 03 marzo 2015
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