venerdì 29 novembre 2013

In quell'altrove.


È che ti amo così tanto da poterti tenere stretta in un pugno  ancora oggi che di oroscopi ne sono passati a non designarci un destino. È che vorrei che tu fossi la mia prolunga, la parte di me che non riesco a completare anche se so che non potrai mai essere la somma dei miei errori e che anche tu dovrai crescere le tue inesattezze e sottrarre i dubbi per averne ancora e ancora.

È che ti amo così tanto da vacillare di fronte ogni tuo dolore e che potrebbe impazzire ogni mio avvenire se tu decidessi di lasciare il nostro dove, che non è un luogo, che non ha dimora, che vive in quegli istanti in cui ci si abbandona alla vita.

È che ti amo così tanto da volerti insegnare tutto ciò che so e poi rifletto e mi dico che non conosco poi molto e che forse potrebbe bastare la carezza che ogni tanto posso lasciarti sul bordo di un sorriso a indicarti la strada.

È che ti amo così tanto che io resterò sempre in quell’altrove e sai anche di quei fogli che non leggi, ma in cui io m’imprimo a incidere gli attimi e a scolpire ogni passaggio e a ficcare dentro il mio andare. Ci sono molti altrove in cui mi potrai riconoscere e in cui sono passata in silenzio anche solo con l’ausilio della poesia che inciampa su quelle persone che hanno molto da dire e una voce che bastona chi legge dentro.


29 novembre 2013

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