mercoledì 6 febbraio 2013

su "Perdonate il Bianco e il Nero" di Federica Sabbatini (Angela Greco)



su "Perdonate il Bianco e il Nero" 
di Federica Sabbatini

"Perdonate il Bianco e Nero"
Onirica Edizioni

L’intera gamma di colori compresa ogni sfumatura possibile racchiusa negli estremi di un titolo; un filo nero a delimitare di donna un profilo con lo sguardo remissivo appena tratteggiato soltanto sulla copertina completamente bianca ed un sottotitolo “percorsi e poesie” ad indicarne la strada. Questa l’introduzione grafica del libro di Federica Sabbatini, Perdonate il Bianco e il Nero, Onirica Edizioni 2012, con l’aggiunta sul retro-copertina di poche notizie biografiche. Perché l’essenziale è racchiuso in poco meno di ottanta pagine dense di vissuto, scure di precisa cognizione di causa ed esatte nel loro essere in bilico tra realtà e sogno.

“…e un giorno si ritrovò disarmata nell’osservare il suo riflesso allo specchio”potrebbe definirsi l’incipit di questo connubio di versi, prosa e prosa poetica atti a conoscersi e ancor più riconoscersi, che Federica Sabbatini affida a se stessa in primis e poi al lettore, chiamato ad una sorta di lettura \ scontro non semplice con i temi proposti e con l’ottica in cui vengono esposti: siamo di fronte alla presa di coscienza e posizione di una ragazza che ha deciso di evolvere ed essere e vedersi donna, perché tale si sente indipendentemente dalla fisiologia certa ed accettata che la vede madre nel contesto abitativo e familiare (tu sei me, \ l’ammontare delle parole, \ il mio rinvio, il mio contrasto più acceso. \ […] tu sei l’unico mio perdono – si legge nella dedica a sua figlia). Un cammino seminato di insicurezze – pronte a sbocciare in frutti maturi – e obblighi da elaborare e da cui raccogliere se stessi (autrice  elettori), veri e autentici; un procedere difficoltoso del quale spesso si avverte come un senso di colpa, quasi fosse un errore la volontà di crescere in maniera differente da quanto gli altri vorrebbero (Cosa senti, cielo? \ anche tu soffri delle dispersioni? \ l’intromettersi nel tuo intimo?); un avanzare anche nella lettura a passo man mano più lento, misurato, perché da istintivo si è fatto cosciente e voluto.

Un testo dettato e governato da Amore, che ricama nel quotidiano dolore del non-essere-ancora e costantemente richiama a sé, dando la grazia di una scrittura colma d’affetto cercato e donato senza misura, casa per un Io desideroso d’accettazione e straripante di dolcezza non stucchevole, ma tale da rendere una forza ancora maggiore ad una poesia e ad una prosa preziose, leali e sincere. Come sincera è la voglia dell’Autrice di farsi scoprire nella sua nuova età, con le sue difficoltà ancora in itinere e con la sua grande forza di voler riuscire nella “situazione” più immutevole e difficile per ciascuno: amare ed essere amata (Una volta mi bastavo, \ ora, senza di te, sono una metà \ e questo mi fa paura e mi rasserena, \ contrasto rassicurante e tormentoso, \ tu, radice benevola e infestante.) – [Angela Greco]
.
di seguito i versi (così sulla pagina) che chiudono il testo:

“E’ una notte alla quale hanno rubato i silenzi e gli angeli.
Avrebbero voluto tappare e riempire questa bottiglia
con i respiri delle foglie mosse dal vento.
Avrebbero voluto dipingere il bagliore della luna,
sul tuo corpo,
(solo per regalarti un miraggio di luce),
ma vi hanno condannato a mille tempi di riverberi,
riflessi che si levano e dissolvono
come le visioni dei folli.

Saranno le attese a scolpire le vostre rughe.
Io non appartengo alla seta,
ma ad incanto e furore e grida.
Sono pazzia e follia
(nei mie spazi, ma anche fuori)
e molte come me
sanno che ridere può dar noia
(e allora rido).

Ho aperto tanto:
finestre, cieli e gambe
(e cuore, ma questo poco conta);
e ho mostrato ancora di più:
fegato, mani e seni
(e occhi, ma non sono stati notati9;
ho anche brindato oltre misura
per rendere grazie alla mia bocca
e quella di altri (ma forse non ho ancora finito).

…ma dove sono scappati tutti? E i miei tratti?
Resto in movimento, qui, a mangiarmi le unghie
osserverò e seguirò persone e venti e poi sarò di nuovo con me.

Adesso, raccolgo un petalo e provo a incarcerarne il profumo:
io non apparterrò mai alla seta.


***

Ringrazio Angela Greco per le parole che ha dedicato al mio libro e per aver compreso l'intimità dei miei versi. Consiglio a tutti di visitare il suo blog, uno spazio colmo di poesia ....



4 commenti:

  1. Sei una persona davvero bella ed una cara amica...ti ringrazio per l'accoglienza così affettuosa delle mie parole! Ho scritto di cuore sul tuo testo, perchè ho trovato \ ritrovato tanto anche di me e soprattutto in risposta ad un coraggio e ad una sincerità davvero rari.
    Complimenti!

    Angela Greco

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    1. Ho sempre faticato a mostrare ciò che scrivo. È una cosa che ho imparato a fare negli ultimi tempi anche grazie a chi, come te, si rispecchia nelle mie parole. Ciò che hai scritto nel tuo testo è una dolce descrizione di ciò che sono, la difficoltà di essere, nonostante tutto. Anche tu sei una persona davvero bella e sono felice di averti incontrato. Un abbraccio.

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    2. tutti viviamo la difficoltà di essere e sentire
      ecco sentire...provare...sussultare per la vita che mai scolora ma sempre invita a dialogare forse anche con le parole
      grazie
      elina

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