DI NICOLA VACCA SU "PERDONATE IL BIANCO E IL NERO"
La poesia è spogliarsi e non avere paura della propria
nudità. Per questa scelta coraggiosa passa inevitabilmente il poetare
autentico. Non è facile incontrare poeti che hanno deciso di prendere la strada
della naturalezza e raccontare nei loro versi le vibrazioni emotive del
loro modo di stare nel mondo.
Federica Sabbatini con Perdonate e il bianco e il nero (Onirica Edizioni)
ci regala una poesia intensa che ha una profonda e riconoscibile radice
emozionale. E se, come scriveva Ezra Pound, l'emozione è tutto, non
possiamo arretrare di un millimetro davanti al meraviglioso alfabeto delle
passioni che Federica cataloga con la voce del cuore nella sua poesia che tende
liricamente e non solo a costruire per i nostri passi un cammino che suggerisce
il percorso di infinite strada da seguire per non arrendersi all'inerzia che
avanza.
Federica si definisce "soltanto una che si è ordinata d esistere". La
sua poesia altro non è che un canto meraviglioso d'amore per questa nostra
vita, una variabile impazzita al quale, nel bene e nel male, nel bianco e nel
nero, apparteniamo. Ogni verso chiede conto all'urgenza delle cose e attraversa
in punta di penna i pochi gesti rimasti che forse ci salveranno, anche se sulla
strada gli ostacoli sembrano insuperabili. Alla fine e in maniera scomoda
Federica non si nasconde mai dietro quello che scrive e partecipa alla vita con
una nudità che non ha paura di mostrarsi.
La poesia per essere vera ha bisogno di una cosa soltanto : " la
possibilità di non avere una base su cui indicare l'altezza / e dei nessi che
non esistano, / una bussola che nasconda il nord e il sud / così da potermi affidare
al respiro del vento"
Federica da sempre si scontra con la vita, unica arma la penna per essere
l'inesprimibile che si fatica a tracciare perché lì è di casa l'essenziale
invisibile agli occhi che partorisce il sogno e dà voce al cuore che non può smettere
di parlare.
Nicola Vacca
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