a volte invento - in questo
nostro intrecciare -
il discendere di parole
nell’intimo divaricato.
frasi non pronunciate e pianto
sul ventre
affondi e mi impugni - eppure
quel canto tarda a venire -
solo voci a non azzardare il
dischiudere di ieri
e incanti privi di lirica. continui
ad annullarmi.
mi spieghi a riva come fossi mare
e consegni la mia mente al di là
della presa
maree e sospiri escono a far sì
che l’istante rimanga tale
e non si smarrisca nella menzogna
dell’eterno.
dopo di che si ritorna a
dissimulare la paura
e mi frammento pensando alla
sorte di una goccia.
tu rifletti il mio andare come
fossi specchio.
la sorte di una goccia... tutto e nulla
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